Con la lirica “Inter Regio, 20 marzo” il poeta svizzero Alberto Nessi si è aggiudicato il “Tirinannzi 2011” per la sezione italiano.
Renato Laffranchini di Lonato del Garda (Brescia) è invece il vincitore della sezione dialetti della Lombardia, con una poesia dai toni intimistici, arricchita da piccole gemme lessicali, e scritta nella parlata del basso Garda.
Gli altri poeti premiati tra i finalisti sono Gabriella Bianchi di Perugia, Stefano Casacca di Cinisello Balsamo (Milano) e Mauro Savino di Roma per la poesia in lingua; Velise Bonfante di Rivoltella del Garda e Loredana Iole Scarpellini di Cazzago San Martino, entrambe della provincia di Brescia.
La cerimonia di premiazione si è svolta domenica 16 ottobre 2011 nell’elegante cornice di Villa Jucker, sede della Famiglia Legnanese, l’associazione culturale che con la Città di Legnano ha indetto questo 29° Premio di poesia inedita.
La giuria, presieduta dal prof. Franco Buffoni e composta da Renato Besana, Giulia Borgese, Federico Formignani, Paola Loreto, Uberto Motta e Fabio Pusterla, segretario Giorgio D’Ilario, ha esaminato oltre duemila poesie, nonché le 160 opere inviate per il premio speciale dedicato al 150° dell’Unità d’Italia, per il quale ha deliberato di assegnare un ex aequo a due autrici che si sono proposte rispettivamente con una poesia e un racconto. Esse sono Daniela Attanasio di Roma per la poesia “Piazza Vittorio Emanuele II”, che ha sviluppato il tema in modo originale e disincantato e Maria Grazia Bajoni di Monza che con il racconto “La reliquia” ha narrato in forma raffinata un episodio della stagione risorgimentale.
La manifestazione si è chiusa con la consegna del Premio Tirinnanzi alla carriera al poeta dialettale, scrittore e saggista italiano, Franco Loi.
Ecco la poesia vincitrice per la sezione italiano:
Inter Regio, 20 marzo
Ha l’aria della contadina
la donna che mi siede di lato
con una sciarpa macedone:
che cosa ha lasciato, una casa in rovina
un pollaio devastato?
I due nipotini dalle orecchie a sventola
s’arrampicano sui sedili,
silenziosi scoiattoli senza nocciole,
pettinati come me negli anni Cinquanta
guardano la bionda che cinguetta
al cellulare «super» «genau» «gern»
poi s’addormentano sul bracciolo
mentre la pioggia arriva nella sera
con passo leggero da clandestino
ci guarda dal finestrino fino a Luzern.
Alberto Nessi